E amore fù: abbiamo per la prima volta acquistato del teff (talmente piccolo, essendo il cereale più piccolo del mondo, che ho temuto il mulino casalingo non riuscisse a macinarlo)!
Per provare a fare l’injera ho seguito questa ricetta e come si evince facilmente anche dalla fotografia, la fermentazione spontanea e selvatica è partita gagliarda dopo il primo giorno. Non avendolo potuto cuocere alla fine del secondo giorno di fermentazione ho spostato la pastella in frigorifero (8°C).
Non ho messo olio di semi nell’impasto, solo un poco di sale, ma ho unto leggermente con olio extra vergine di oliva la padella ben calda per la cottura. Dal momento che nei video etiopi in cui viene mostrata la preparazione tradizionale è evidente come l’impasto sia decisamente liquido, prima di cuocere ho allungato l’impasto della foto con acqua, arrivando ad una consistenza tipo pastella per crepes.
Per assaggiare il risultato e godercelo appieno ne abbiamo fatto una cena, accompagnando l’injera con uno stufato di pomodori (pelati, dal momenti che siamo in inverno) piccantino.
Per sperimentare, avendo subito amato il profumo nocciolato ed il sapore nitido, ma delicato di questo nutriente cereale, ho rimesso subito al lavoro i lieviti di casa, questa volta provando a fare una pastella più densa e facendola cuocere più spessa, per ottenere una sorta di pane piatto, ma molto morbido e forse più pratico per accompagnare i pasti di tipo occidentale.
E che dire, proprio buono!
E sì, il teff è cereale adatto anche ai celiaci 😉
fanno venire l’acquolina 🙂
Ecco un fermetato che non ho ancora provato, visto che non mi sono ancora messa a cercare il teff, di cui invece ho sentito già parlare molto! Interessantissime entrambe le versioni e chissà che gusto! Dai che è la volta buona che mi decido a cercarlo seriamente! 😉